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La sintesi, in sintesi

di M. Kofler (in sintesi)

Ogni qualvolta si intenda raffinare un criterio di classificazione fondandolo su proprietà oggettive si effettua una operazione di utilità teorica e pratica.

La strutturazione di informazioni non distorte aumenta l’efficienza nell’utilizzo dei dati disponibili e fa risparmiare tempo, in special modo quando è in grado di facilitare un confronto tra quantità numeriche o tra qualità inequivocabilmente ordinate. È probabile che la costruzione di indicatori di sintesi sia di aiuto in quest’ottica.

Ad esempio, in ambito musicale, può risultare di interesse stimare la lunghezza di una canzone sulla base del numero di note utilizzate o analizzare la variabilità dei suoni misurando la frequenza delle singole note presenti (do, re mi fa, sol, la si) allo scopo di costruire degli indicatori in grado di sintetizzare la “mutabilità musicale”. Possono essere introdotte delle regole di bilateralità di un brano musicale, basate sulla simmetria delle note presenti, rispetto alla nota centrale, ecc..

In questo caso un ritornello come “do, re mi fa - fa mi re do” è in grado di esemplificare il valore massimo raggiungibile da una forma musicalmente speculare. Questo modo di procedere può apparire poco artistico ma comporta anche vantaggi non facili da negare.

Una classificazione scientifica presuppone l’esistenza di indicatori in grado di discriminare tra più alternative con precisione numericamente determinabile. Pare dunque ragionevole sostenere che le classificazioni, pur non esenti da componenti soggettive, sono condizionate dalla disponibilità di qualificati studi informativi relativi alle caratteristiche di interesse.

La precisione strutturale degli indicatori di sintesi numerica è garanzia di minor soggettività nel processo di classificazione.

L’uso di sigarette, sigari, ecc. è nocivo. Quanto??? “Molto”. Ciò nonostante molte persone fumano, persino vivendo in luoghi dove l’aria è già inquinata in modo rilevante.

Sono stati costruiti vari indicatori epidemiologici i quali sono scientificamente in grado di quantificare l’aumento del fattore di rischio di una malattia (ad esempio polmonare): nemmeno ciò è un deterrente sufficiente per smettere quella che è una causa di dolore e di morte.

Resta comunque difficile negare che la possibilità di misurare con precisione la correlazione tra la frequenza di diffusione di singole malattie e il numero di sigarette fumate sia un probabile deterrente.

L’idea di correttezza e precisione informativa (basata su parametri numerici) è auspicabile e risulta essere altresì una premessa a processi di classificazione di utilità generale.

I matematici, pur potendo raggiungere una precisione elevatissima nello scrivere il numero pigreco (si può riprodurlo con un numero di decimali inenarrabile), preferiscono chiarire che, in ogni caso, qualunque frazione è inidonea a rappresentarlo esattamente in quanto non abbastanza precisa allo scopo.

Gli statistici, prudenti di professione, calcolano errori, probabilità di accadimento degli eventi, verosimiglianze dei fenomeni indagati, intervalli di confidenza nelle verifiche di ipotesi e si sentono maggiormente a loro agio al cospetto di rassicuranti probabilità che con illusorie certezze.

Purtroppo non tutti comprendono ed apprezzano questi approcci di pignoleria investigativa, caparbiamente raffinati nel tentativo di addivenire ad una ottimale sintesi della realtà.

Agli antipodi vi sono individui che quotidianamente ci illustrano, (senza disporre di affidabili dati) le presunte qualità gustative di bibite che sono ai confini della tossicità consentita per legge, l’armonia estetica di quadri che riassumono l’essenza di evidenti allucinazioni visive dell’autore, l’efficacia di impalpabili prodotti cosmetici in grado di mascherare, per alcune ore, qualche piccolo difetto cutaneo salvo poi essere la causa dell’insorgere di allergie, rughe supplementari, quelle sì, di lunga durata.

In campo musicale vi è chi, per lavoro, produce un fastidioso inquinamento acustico tramite la diffusione di insiemi semi-casuali di rumori dove, al confronto, un ammasso di onde quadre sembra un suono puro e privo di armoniche.

In ambiti culinari, vengono talora mitizzati i bouquet di “prelibati menù” il cui odore (di calzini non lavati con scrupolo accettabile) è percepibile anche a lunga distanza, alla stregua di un’onda elettromagnetica.

Tuttavia, se viene sapientemente illustrato il motivo del dubbio olfattivo, "gli esperti" finiranno col sostituire le preziose informazioni fornite dal naso con una specie di ipnotismo cerebrale, in grado di generare in breve tempo un alto numero di seguaci, altrettanto ipnotizzati. La moda (che in statistica è proprio la modalità con frequenza più elevata) funziona benissimo così... tramite una distorsione della sintesi che produce disinormazione di massa, in pochi "passi".

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